“La morte interrompe tutto. Tutto quello che hai o non hai fatto, quello che hai detto o lasciato inespresso non cambia più. Perdi la possibilità di dire “Mi dispiace” o di aggiustare le cose. Non puoi fare più niente, se non provare rimorso.”
Maude Stearne dalla finestra ricoperta di edera vede suo padre scendere gli scalini del loro maniero con un martello e un punteruolo da ghiaccio. Siamo a Wake’s End nel Soffolk nel 1913. Un violento omicidio. L’uomo, processato e internato in un manicomio realizzerà tre misteriosi dipinti. Dopo oltre cinquant’anni è forse giunto il momento di raccontare cosa realmente accadde…
Un libro dalla concreta difficoltà nel delineare dei personaggi femminili storicamente credibili. Nella nota finale l’autrice afferma: “Sono contenta di vivere nel luogo e nel tempo in cui mi trovo”, come a voler sottolineare, senza tanti giri di parole, la sua opinione riguardo la condizione femminile nel corso dei secoli. L’ambientazione del romanzo è suggestiva e fiore all’occhiello per tutti gli amanti della letteratura gotica. Richiama alla mente il romanzo Dracula di Bram Stoker per stile e ritmo narrativo. La profonda sensibilità con cui viene trattato il tema del disagio psicologico, senza stigmatizzazioni ma delineandolo durante il corso della narrazione con tatto e rispetto, rende il romanzo di Michelle Paver sociale ed empatico.
Consigliato a tutti quelli che sono alla ricerca di una storia torbida e misteriosa.
Un abbraccio, 3SOB.