Chi è che decide quando un gioco inizia e quando finisce? Nella vita reale ogni azione ha le sue conseguenze. Nel gioco ogni mossa può portare alla vittoria o condurre alla sconfitta. La variante di Lüneburg è un romanzo pubblicato dalla casa editrice Adelphi per la prima volta nel 1993.
“Mentre, liberatomi infine dalla mia lercia divisa e indossati panni civili, puliti, senza alcun contrassegno infamante, mi allontanavo da Bergen Belsen su un camion della Croce Rossa, capii che altrove, in una dimensione a me preclusa, si era giocata una partita a scacchi la cui posta e le cui perdite erano incalcolabili. Mi stupii che tutt’attorno la natura fosse rimasta indenne e indifferente, e che ci fosse ancora un maggio come quelli della mia infanzia. Per la prima volta il sole non era più offuscato dal fumo dei forni crematori e, tra le basse dune di sabbia, la brezza ravviava i radi cespugli di erica della landa di Luneburg.”
Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. È un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L’esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un’altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia l’ebreo e l’altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema.
Nel libro di Paolo Maurensig il gioco degli scacchi diventa metafora perfetta della condizione umana, una condizione fatta di scelte, responsabilità e di conseguenze non sempre di facile previsione; ma gli scacchi in questa storia sono anche il filo conduttore che lega i tre protagonisti: il leggendario Tabori, il giovane Hans e lo studioso Dieter Frisch. La variante di Lüneburg è un romanzo intenso con un ritmo serrato e incalzante che culmina nel gran finale, quando ogni pedina svanita la tensione, occupa finalmente la giusta posizione. La scelta dell’autore di alternare l’uso della prima e terza persona spezza la narrazione e la rende più misteriosa. La tematica dell’Olocausto trattata nell’ultima parte è affrontata con la costruzione di immagini forti, evocative e profondamente sentite. Le testimonianze storiche si stagliano decise all’interno di un libro che si fa involucro della pagina più buia dell’umanità. Per stessa ammissione dell’autore il libro risente dell’influenza dell’opera Novella Degli Scacchi di Stefan Zweig.
Un abbraccio, 3SOB.