“Interpretiamo sempre e solo il cinquanta per cento di un personaggio. Il resto siamo noi, e abbiamo paura di mostrare alle persone chi siamo veramente. Abbiamo paura di sembrare sciocchi se riveliamo tutta la forza delle nostre emozioni.”
Oliver Marks è in carcere da dieci anni, accusato dell’omicidio di Richard, suo compagno di college al prestigioso istituto Dellecher, una delle migliori scuole di arte drammatica d’America, dove si studia e si recita continuamente Shakespeare. Sono studenti-attori, destinati a diventare grandi protagonisti del teatro americano. Sono giovani, belli, ambiziosi, loro due e i loro cinque inseparabili amici, con cui dividono il tempo tra prove, performance, e feste in cui abbondano l’alcol, la droga e il sesso: James, Alexander, Wren, Filippa e Meredith. Sono ormai al quarto anno, l’ultimo. Sono i più grandi, le star della scuola. Ma qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che i giovani attori mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo: follemente geloso di Meredith, esasperatamente egocentrico, comincia a isolarsi e a diventare sempre più minaccioso e violento. Fino a quando, un freddo mattino di novembre, all’alba, dopo una delle tante feste, Richard viene trovato morto, annegato nel lago del college, col volto sfigurato. Le indagini porteranno all’arresto e alla condanna di Oliver, anche se il primo a non essere del tutto convinto della colpevolezza del ragazzo è il detective Colborne, lo stesso che dieci anni dopo, quando Oliver esce con la condizionale, lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. Non è colpa della luna è, nello stesso tempo, un grande romanzo di formazione, tipico della recente tradizione americana, un mystery avvincente, e un profondo scavo interiore nella psicologia di Oliver, indimenticabile protagonista e narratore. Una storia di lealtà e tradimento, di follia ed esaltazione, di colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l’arte, e costringe gli attori a scegliere quale ruolo recitare prima che il sipario cali per sempre.
Avete presente l’emozione che scaturisce durante la lettura di un’opera di Shakespeare? Sarà capitato a tutti infatti di imbattersi in qualche verso del drammaturgo più famoso del mondo e restarne ammaliati. In Non è colpa della luna i personaggi diventano la personificazione del linguaggio del bardo, al punto tale da confondere l’arte teatrale con la vita reale, arrivando a sconfinare nell’alienazione e nella follia. Il finale del libro è facilmente intuibile dalle prime pagine, ma ciò che non viene subito svelato ai lettori è il percorso, l’intero quadro d’insieme che porta allo sconvolgente epilogo. Ho apprezzato anche la grande delicatezza mostrata dall’autrice nell’affrontare tematiche LGBTQ+, che seppur accennate aggiungono valore e contenuto alla storia. Lo stile è impeccabile, il linguaggio sublime M.L. Rio è riuscita a scrivere un libro tanto intenso quanto sorprendente, capace di emozionare chiunque decida di leggerlo. La divisione dei capitoli in atti e scene come nelle vere tragedie shakespeariane sono la ciliegina su una torta già di per sé squisita.
Consigliato a tutti gli amanti del genere dark academia e ai fan di Dio di illusioni di Donna Tartt.
Un abbraccio, 3SOB.